CoverReveal "Una bugia sotto l’albero:



🖋🖋Titolo: Una bugia sotto l’albero

Tagline: 💔 Il suo peggior incubo? Fingere di amare il migliore amico di suo fratello. ❤️ Il problema vero? Che forse non sta fingendo più.  

Autrice: Samantha Lombardi

Editore: Self Publishing

Genere: Romance contemporaneo / Holiday Romance / Commedia romantica

Trope: The Big Lie / Secret Revealed • Fake dating • Slow burn • Friends to lovers/Rivals to Lovers (ibrido) • Christmas Setting • Brother’s Best Friend • Second chance • Only One Bed 

Prezzo eBook: € 2,99

Prezzo cartaceo: € 14,00

Data di pubblicazione: 16 Dicembre 2025

Cover Reveal: 2 Dicembre 2025

Pagine: circa 300


💬 Sinossi (quella vera, senza bugie)

  Alice Moretti ha trentadue anni, un lavoro stabile come grafica in uno studio di architettura a Perugia e una collezione di appuntamenti disastrosi che potrebbe tranquillamente riempire una stagione intera su Netflix.

Single da sempre – ma non per scelta, giura – affronta ogni anno il Natale come una corsa a ostacoli: una casa piena di parenti, domande indiscrete, tombolate imbarazzanti e la solita, inevitabile frase della madre: «Quando ci presenti qualcuno?»  

Solo che stavolta, per pura esasperazione, Alice risponde: «Quest’anno porto il mio fidanzato.»

Peccato che il fidanzato non esista. Una bugia nata per caso, in un mercoledì qualunque, e cresciuta come una valanga che nessuno riesce più a fermare.

Disperata, per tappare la falla, finisce per chiedere aiuto all’ultima persona al mondo che avrebbe dovuto coinvolgere: Milo Ferri, migliore amico del fratello Mattia, architetto paesaggista, irritante e affascinante in egual misura.

Il ragazzo che conosce da quando portava l’apparecchio e che riesce a mandarla fuori di testa con una sola battuta.  

Lui accetta la sfida con il suo solito sorriso da canaglia: una settimana nei panni del fidanzato di Alice a Natale sembra un piano perfetto (o una catastrofe annunciata) per convincere un’intera famiglia che sono innamorati da mesi.

Una settimana di bugie ben confezionate, sguardi che durano troppo, battute che scottano più della brace nel camino e un confine sempre più sottile tra “stiamo fingendo” e “forse no”.

Più la farsa si fa credibile, più Alice fatica a distinguere il confine tra finzione e realtà.

E forse il problema non è più fingere di essere una coppia. È smettere di esserlo, una volta finito il Natale.  

Tra equivoci esilaranti, tradizioni familiari e una tensione romantica in crescita costante, Una bugia sotto l’albero è una commedia romantica brillante, ironica e piena di cuore. È la storia di due persone che, tra un brindisi e una finta dichiarazione d’amore, scoprono quanto può essere difficile lasciarsi andare… anche quando il cuore ha già deciso da sé.


🎄 Estratto dal Prologo 🎄

Ci sono istanti che sembrano insignificanti, e poi ci sono quelli che ti scivolano tra le dita come una palla di neve lasciata andare in discesa, pronta a trasformarsi in valanga. Per me, è successo un mercoledì sera. Ore 19:43. Ero in cucina, in piedi davanti al microonde, mentre cercavo di capire se quella che avevo appena messo in bocca fosse una foglia di basilico rinsecchita o un minuscolo frammento di plastica verde che stava nel mio “risotto” istantaneo. (Spoiler: era plastica.)

Il telefono squillava. E io, con l’umore sotto le ciabatte, gli occhi stanchi e il cervello già proiettato verso il piumone e l’oblio, ho risposto senza pensarci due volte. Era mia madre. Mia madre, che non saluta, non chiede come sto, ma apre le conversazioni con perle del tipo: «Quindi, quest’anno porterai qualcuno a Natale o farai nuovamente la single per scelta, come sempre?» E lì, in quell’esatto momento, la me razionale — quella che lavora in uno studio di grafica a Perugia, che ha una casa tutta sua, bollette intestate, una collezione di candele profumate che rasenta l’ossessione e un cuore che, ormai, batte al ritmo delle notifiche dei social e delle mail di lavoro — avrebbe dovuto dire una sola parola. Due lettere. Una sillaba: «No.» Fine. Sipario. E invece no. Invece, ho risposto: «Certo che porto qualcuno.» Qualcuno. Un fidanzato. Totalmente inventato. Improvvisato sul momento. Catastroficamente immaginario. Peccato solo che mia madre non sia il tipo da lasciar correre. Il giorno dopo aveva già preparato la camera “per voi due”, aumentato la dose di cannella nel panettone “perché il tuo lui la adorerà”, e aggiornato con entusiasmo sia la lista delle sedute a tavola che quella dei regali. E io? Io avevo circa venti, no quindici giorni per trasformare una bugia nata per puro istinto di sopravvivenza in una relazione perfettamente credibile. Oppure per darmi malata, fingere la mia morte o trasferirmi su Marte.





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