Review Party "Possession - il confine tra l'amore e l'appartenenza"
Possession - Il confine tra l'amore e l'appartenenza
Autrice: Penelope White
Genere: BDSM
Ho finito di leggere questo libro da qualche giorno e di solito scrivo di getto la recensione, che è la cosa più sensata da fare - sapete quella cosa che di solito si fa - le classiche impressioni a caldo ma, in questo caso, mi sono dovuta fermare per metabolizzare la parole fine e diciamolo anche, grande parte del libro.
Che poi la verità è un'altra ancora, ho avuto paura.
Per la prima volta nella mia vita ho avuto paura di scrivere una recensione.
Non dipende dal genere, si tratta sempre di un BDSM, un romanzo che non possono capire o meglio apprezzare tutti. Il BDSM non si può spiegare.
"Il BDSM non si prova, si fa e basta;""Ascolta, spiegare questa roba a parole non è facile. Mi sembra di star raccontando una storia di fantasia. Ci sono situazioni, sentimenti, emozioni che prendono vita solo se vissuti, il resto è relegato a una serie di parole alla rinfusa, frasi messe in fila per esporre concetti astratti. Credimi se ti dico che è la prima volta, nei miei cinquant'anni di vita, che cerco di spiegare questo mondo a qualcuno, almeno attraverso le parole"
Se è difficile per il protagonista, per me è molto più complicato.
Se spiegare il BDSM è complicato, spiegare cos'è l'appartenenza a qualcuno è impossibile, perché nella vita puoi scegliere tante cose ma non puoi scegliere a chi appartenere.
Vi state chiedendo se le mie paure siano dipese da un libro scritto male, oppure da una storia che non mi è piaciuta?
No decisamente.
Se c'è una cosa che so, è che Penelope White non mi ha mai delusa.
Lei ha un modo di scrivere capace di catturare la mia mente dalla prima parole e di farmi apprezzare anche generi che non mi appartengono.
Ma quello che mi ha stravolta è il legame che si crea tra i protagonisti.
Un legame mentale che non si può spiegare, qualcosa di irrazionale e senza logica.
Un'unione viscerale, unica, totalizzante che arriva forte e chiara al lettore, tanto da percepirne ogni dettaglio, come se fosse reale, come se fossi tu a vivere per quella storia e in quella storia.
Domande, dubbi e incertezza affollano la mente.
Come sia possibile che un unico incrocio di sguardi, un unico lieve tocco, quel odore, il suo odore, e la voce, la sua voce, possa vibrare sulla pelle come una carezza che lascia solchi indelebili capaci di attraversarti, insinuarsi talmente a fondo da catturare e legarsi alla tua anima per sempre?
Già come è possibile?
"Forse perché, nonostante tutto, ero sua in un modo che nessuno avrebbe mai potuto capire...avrei potuto spiegarlo, quantomeno tentare, ma a che sarebbe servito? Bisogna averlo vissuto addosso, sulla propria pelle, per capirlo davvero."
Non so spiegarlo ma attraverso le pagine di questo libro io l'ho vissuto.
Come sapete in ogni recensione c'è parte di me.
In ogni libro c'è almeno una frase che rispecchi me.
Poi c'è Possession il confine tra l'amore e l'appartenenza che invece è in me.
Ci sono frasi che anche se scritte da una mano che non è la tua, ti penetrano la pelle, sfiorandoti l'anima e macchiandoti il cuore, perché vuoi o non vuoi sono tue.
E Penelope questa volta mi ha colpita e affondata.
Chiudere gli occhi e sentire quella voce narrare interi capitoli come se tu fossi parte integrante del libro, come se ogni gesto, sensazione ed emozioni fosse tua. Come se fossi tu a viverle, mi ha completamente annientato.
Mi sono innamorata, ho amato, ho odiato, mi sono arrabbiata, ho lottato, ho pianto, sono crollata, mi sono scoraggiata, sono caduta e mi sono rialzata accettando tutto, di questo rapporto straordinario che solo gli occhi di pochi possono capire.
Quindi veniamo a noi...
Anna è una giovane mamma, che passa il suo tempo tra il lavoro e il suo piccolo Mattia nato da un'unica notte passata con il suo migliore amico Max.
Max è quell'amico che c'è sempre stato, quella persona che non l'ha mai abbandonata, restandole accanto e prendendosi cura di lei e del loro piccolo, un papà straordinario, nonostante il loro rapporto non sia mai evoluto.
La vita di Anna procede normalmente fino a quando, una mattina qualunque, in un giorno qualunque si ritrova davanti lui, Sandro.
"Occhi negli occhi. Nero pece nel verde cristallino."
Sandro è un uomo maturo, elegante e dal fascino incredibile, che ama l'arte in ogni sua forma. Sandro è la raffinatezza fatta persona.
Sandro è un dominatore. Sandro sa cosa vuole e sa come ottenerlo. A lui non interessa il corpo vuoto e artefatto di una donna, lui vuole catturarne la mente.
E lui vorrebbe Anna.
La sua piccola brat!
Non sa il perché. Non sa spiegarlo. Lui che ha sempre avuto il potere e il controllo su tutto, lui che ha sempre avuto l'abilita di far prevalere la ragione, si ritroverà a gestire sensazioni mai provate prima.
Ci riuscirà?
"Questa ragazza riesce a trasmettere tutto ciò che ha dentro solo guardandoti... Ed era bellissima, inconsapevole di mostrarmi tutto il suo mondo, senza barriera o vergogna alcuna."" Lui sapeva già tutto. L'aveva capito ancora prima di me."
Un incontro capace di stravolgere la vita di entrambi.
Lui ha la capacità con uno sguardo di leggere tutto, ogni suo respiro, ogni suo movimento, ogni sua sillaba e soprattutto ogni suo silenzio.
Lei non riesce a controllare questo senso di appartenenza totalizzante, si ritrova senza volerlo a riscoprire una nuova versione di lei.
Ma sarà pronta ad essere una slave?
Lui cerca di mettere confini, cerca di essere razionale sminuendo in un certo senso, ciò che li unisce.
"Abbiamo un legame mentale che è la forma più forte di tutte quelle che possano mai coinvolgere due corpi in questa vita"
Tra dubbi è incertezze la consapevolezza che colpisce Anna le fa paura.
"L'amavo? Questo non lo sapevo, ma se c'era una cosa su cui non avevo dubbi era che, nonostante tutto il resto, io gli appartenevo. Perché qualsiasi cosa pensassi o facessi, ero molto più di una piccola marionetta nelle sue grandi mani: io ero Sua!"
E se fosse amore?
"Appartenere non è amare, Anna, e questo tu devi capirlo?"." Che una schiava non ama, una schiava appartiene, è diverso!"
Più si respingono e più si sfiorano.
Più cercano di usare la ragione e più l'anima scalpita nel petto.
Più si allontanano e più si cercano.
Riusciranno a capire se quello che li lega e solo appartenenza oppure amore?
Ecco che quando tutto tra di loro sembra prendere la giusta direzione, Anna pronuncia quattro parole in grado di cambiare tutto.
E quello che credeva fosse amore si trasforma in odio.
Riuscirà Sandro a fare a meno di lei?
Non posso e non voglio dirvelo, dovrete leggerlo per scoprirlo.
Perché devo soffrire solo io? Vi tocca leggerlo per sapere se "l'uomo so tutto io", sia riuscito a fare chiarezza dentro di lui.
Un libro semplicemente bello. Un BDSM non il solito BDSM.
Una scrittura fluida e coinvolgente, precisa è dettagliata.
Penelope ha avuto la grande abilità di descrivere luoghi e opere in modo tale da farmi vedere oltre che vivere, proprio tutto, come se chiudendo gli occhi potessi vedere immagini reali e percepirne persino gli odori.
Una lettura come ho già detto, che mi ha regalato un sacco di emozioni.
L'autrice con il suo stile riesce fin da subito a farti entrare in empatia con tutti i personaggi, non proprio tutti direi, Paul l'ho apprezzato solo alla fine, ma era inevitabile.
Un finale che...be, non ve lo dico, ma sinceramente non vedo l'ora di conoscere Ambra e di saperne di più.
Complimenti a Penelope White.
Ringrazio il Sig. Aldo Bressi per la concessione delle sue foto.
Ringrazio l'autrice per la copia ARC
❤️❤️❤️❤️❤️
5 CUORICINI
RECENSIONE A CURA DI ANNA GIGLIOTTI
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